Un boccone dopo l’altro, un passo dopo l’altro
Molto spesso, la nostra vita attraversa momenti di difficoltà. Nella maggior parte dei casi, molti di noi vivono difficoltà contenute, facili da affrontare in un colpo solo e con cui riusciamo a scendere a patti quotidianamente, richiedendo uno sforzo che sicuramente non vorremmo fare ma che, alla fine dei conti, è sicuramente alla nostra portata. Altre volte, però, può succedere che ci troviamo di fronte a dei veri e propri colossi, a delle difficoltà tanto grandi da risultare anche oppressive, al punto che ci sentiamo sopraffatti e preda di profonde ansie.

In questi casi, molto spesso ci lasciamo andare alla corrente del fiume delle cose e perdiamo totalmente il controllo. Smettiamo di ragionare quasi completamente, tanto siamo schiacciati dall’ombra nera del problema che ci affligge, e non riusciamo neanche a pensarci senza provare spiacevoli sensazioni. Come risposta naturale, cerchiamo di ignorare la situazione con tutte le nostre forze, ottenendo solo di rimandare un problema che, quando si ripresenterà in futuro, sarà solo più grande e più urgente.
Nell’articolo di oggi parleremo di questa realtà e di come le persone tendano a non osservare le difficoltà con la giusta prospettiva, lasciandosi travolgere da una visione distorta e spaventosa delle cose. Vedremo, però, che esiste un modo più indicato per affrontare le avversità e che analizzare gli eventi avversi con il giusto stato mentale può aiutarci a viverli in modo sereno e consapevole.
Le difficoltà
A casa o a lavoro, in famiglia o con gli amici, spesso il sentiero della nostra vita incrocia delle difficoltà e può condurre a vicoli ciechi o cambi di rotta repentini. Che siano problemi di persone a noi vicine, e che quindi ci riguardano di riflesso, o difficoltà tutte nostre, il modo più spontaneo che abbiamo per affrontarli spesso è uno solo: scappare.

Come i proverbiali struzzi con la testa sotto la sabbia, di fronte ad una questione da dirimere ci voltiamo dall’altra parte, ignorando la realtà per tutto il tempo che ci è possibile, fino al momento ultimo in cui essa bussa alla nostra porta e siamo costretti ad affrontarla, ma con meno tempo e molta più ansia. Molto spesso queste situazioni si presentano in contesti lavorativi, quando ad esempio ci viene affidata una mansione importante ma difficile e ci viene messa una certa pressione, ma molto spesso possiamo trovarci in queste situazioni anche a casa.
Qualunque sia la loro origine, dopo poco tempo e dopo tutti i nostri sforzi per schivarle come fossero pallottole, esse si presentano davanti a noi, negandoci, questa volta, la possibilità di ignorare la questione. E ciò che è peggio è che, nel momento in cui ci rendiamo conto della sua inevitabilità, un sentimento comune ci assale: l’ansia.

Di fronte alla grandezza del problema, ci sentiamo piccoli e insignificanti, mentre lo scoglio davanti a noi diventa una montagna altissima e inespugnabile, mai affrontata da nessuno. Con il passare del tempo la situazione peggiora e iniziamo a pensare che mai saremo in grado di risolvere il problema senza uno sforzo disumano. Ci convinciamo, anzi, di non essere del tutto in grado e iniziamo a credere che l’unico modo per uscirne sia abbandonare. Ma non potendo, veniamo nuovamente catapultati all’indietro, nel cuore di quel turbine di ansia da cui cerchiamo disperatamente di fuggire.
La via di fuga
In questi momenti siamo così annebbiati dai nostri sentimenti impetuosi che non ci rendiamo conto della semplicità con cui potremmo sottrarci alla spirale discendente che ci intrappola, e di come la strada per ritrovare l’equilibrio sia lì, a portata di mano.

Il motivo per cui di fronte alle grandi difficoltà ci troviamo impreparati e perdiamo la nostra bussola interna è che non osserviamo il problema dal giusto punto di vista e con la giusta prospettiva. Siamo come dei bambini piccoli che si trovano davanti alla riproduzione in plastica di un animale feroce: proviamo una paura profonda, irrazionale e istintiva, ma solo perché non sappiamo cosa ci sia sotto. In altre parole, perché ci manca la consapevolezza.
Da questo punto di vista, evitare la trappola può diventare veramente semplice: mantenendo il giusto atteggiamento mentale, ovvero una solida consapevolezza, possiamo, infatti, renderci conto che ai piedi della montagna, che da lontano ci sembrava insormontabile, comincia in realtà un sentiero battuto. Avvicinandoci, notiamo che esso continua e, sebbene non ne vediamo la fine, perché è vero che è tortuoso e inerpicato sin sulla cima, continuiamo a seguirlo, affrontando di volta in volta i nuovi tratti che scopriamo.

Alcune volte potremmo, certamente, trovarci di fronte a delle salite ripide o impervie, ma riusciamo a vederle, ne siamo perfettamente consapevoli e sappiamo di essere in grado di affrontare, con un certo sforzo, certo, ma sicuramente nelle nostre possibilità. E in questi momenti, sebbene siamo di fronte ad una difficoltà, ci sentiamo sicuramente meglio rispetto a quando pensavamo di dover scalare la montagna tutta d’un fiato.
Come si mangia un elefante?
Mi viene in mente una frase sciocca che una volta mi disse un mio professore. Di fronte ad un progetto molto difficile e lungo che era stato assegnato al mio gruppo, e vedendo le nostre chiare difficoltà a cominciare, egli si avvicinò e ci chiese: “sapete come si mangia un elefante?”. Noi, visibilmente spaesati, non fiatammo e quello, con un sorriso soddisfatto sulle labbra, ci disse: “un boccone alla volta!”.

Queste due frasi, per quanto sciocche, racchiudono il senso profondo di un importante insegnamento. Ci capiterà moltissime volte di trovarci di fronte a delle difficoltà che ci sembreranno fuori dalla nostra portata, e moltissime volte saremmo tentati di abbandonare, lasciare tutto e schivare la realtà come meglio possiamo. Ma l’atteggiamento giusto è un altro: prima di affrontare il problema, occorre osservarlo. Dobbiamo imparare ad analizzarlo con occhio critico ed esterno, rendendoci conto che esso altro non è che un agglomerato uniforme di tanti problemi più piccoli e abbordabili.

Occorre imparare ad essere consapevoli anche in queste circostanze, e a cominciare ad affrontare i problemi sottostanti uno per volta, e cioè a mangiare l’elefante piano piano, fermandoci quando siamo sazi e continuando quando abbiamo fame di nuovo. In questo modo non veniamo sopraffatti dalla grandezza totale della difficoltà da affrontare e anzi siamo stimolati dalla ridotta dimensione dei problemi più piccoli che ritroviamo sul nostro cammino, al punto che, alla fine, avremo superato la nostra difficoltà prima ancora di esserci resi veramente conto di aver cominciato.
In estrema sintesi
- Le difficoltà fanno parte della vita quotidiana e spesso la loro grandezza ci sconvolge
- Siamo sopraffatti e, in poco tempo, cadiamo preda di profonde ansie
- Mettere le cose nella giusta prospettiva e imparare ad osservare le difficoltà è la chiave per passare attraverso questi momenti in modo sereno
- Imparare a riconoscere le grandi difficoltà per quello che sono, agglomerati di problemi più piccoli, ci aiuta ad affrontarli senza ansie
- In breve tempo, saremo sulla giusta strada e quel problema che prima ci sembrava immenso sarà risolto senza che ce ne rendiamo veramente conto
Buongiorno Bruno
😘
I tuoi consigli sono oro, grazie
Ti faccio tanti auguri per il nuovo anno
Natalia
😘
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Grazie infinite, fa sempre piacere ricevere un commento così, è un grande regalo per il nuovo anno 😁 buon inizio anche a te
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Ciao
Tu sei bravissimo, non ne hai bisogno di complimenti e poi sai che è la verità.
Buon anno
❤️❤️❤️
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